QUANTI CONTRIBUTI PAGA UNA PARTITA IVA
ALLE ISOLE CANARIE
Avv. Francesco Junior De Liso
Se stai pensando di diventare autonomo o lo sei già, devi sapere che uno degli obblighi associati all’iscrizione al Regime Speciale dei Lavoratori Autonomi (RETA) è il pagamento mensile della cosiddetta “quota degli autonomi”. In questo articolo ti diremo quanti contributi paga una partita iva alle Canarie nel 2023, ovvero quanto paga mensilmente di previdenza sociale. E se hai bisogno di aiuto per aprire una partita iva ricorda puoi contattaci per richiedere un preventivo.
I lavoratori autonomi devono contribuire fin dal primo giorno in cui avviano la propria attività. Il pagamento della quota sarà effettuato, di solito, alla fine di ogni mese presso le sedi dell’Amministrazione della Tesoreria Generale della Sicurezza Sociale, mediante addebito sul conto bancario o tramite il sito web della Seguridad Social.
È importante sottolineare che sia nel mese di iscrizione che di cessazione come lavoratore autonomo, il pagamento della quota sarà proporzionale ai giorni di attività, senza dover affrontare l’intero importo mensile. Inoltre, non dimenticare che, oltre alla previdenza sociale, ci sono anche determinati obblighi fiscali nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, derivanti apertura di una partita iva a Gran Canaria, Tenerife, Lanzarote e Fuerteventura.
PRESTAZIONI SOCIALI A CUI DÀ DIRITTO IL PAGAMENTO DELLA PREVIDENZA SOCIALE ALLE CANARIE
L’importo delle basi di contribuzione condiziona le prestazioni che un lavoratore autonomo può ricevere in situazioni come:
– Cessazione dell’attività.
– Assenza per malattia.
– Assenza per infortunio.
– Pensione di vecchiaia.
Ciò impone di pianificare bene la quota che si desidera pagare in vista della pensione, perché potrebbe non essere conveniente pagare sempre la quota minima. Infatti, fino all’entrata in vigore della quota a scaglioni nel 2023, era abbastanza comune aumentare l’importo della quota a partire dai 47 anni.
QUOTA DEGLI AUTONOMI NEL 2023: CONTRIBUZIONE IN BASE AI REDDITI EFFETTIVI
Dal 1º gennaio 2023, la quota degli autonomi è determinata dal sistema di contribuzione in base ai loro redditi effettivi.
Questo è quanto stabilito dal Decreto Legge 13/2022, del 26 luglio, che istituisce un nuovo sistema di contribuzione per i lavoratori autonomi e migliora la protezione per la cessazione dell’attività.
In questo modo, il sistema di contribuzione per gli autonomi diventa un modello progressivo di quote che si sviluppa nel corso di 3 anni, tra il 2023 e il 2025, in cui gli autonomi con redditi più bassi vedono diminuire la loro quota, mentre aumenta per quelli che guadagnano di più.
Questo sistema prevede 15 fasce di contribuzione in cui ogni autonomo deve posizionarsi in base alle sue previsioni di reddito.
Mentre le prime fasce comportano una riduzione della quota rispetto alla base minima precedente, nelle fasce più alte aumenta.
Questo nuovo sistema stabilisce le seguenti quote mensili:
Anno 2023: quota minima di 230 euro e massima di 500 euro
Anno 2024: quota minima di 225 euro e massima di 530 euro
Anno 2025: quota minima di 200 euro e massima di 590 euro
Queste quote corrispondono alla base di contribuzione minima all’interno di ciascuna fascia, che utilizziamo come riferimento.
NOVITÀ NEL SISTEMA DI CONTRIBUZIONE DEGLI AUTONOMI IN BASE AI LORO REDDITI EFFETTIVI
Le principali novità introdotte nel sistema di contribuzione per gli autonomi in base ai loro redditi effettivi sono:
- Tariffa fissa di 80 euro: la tariffa fissa per gli autonomi diventa di 80 euro per i primi 12 mesi di attività, indipendentemente dai loro redditi. Nei successivi 12 mesi, l’autonomo può continuare a pagare 80 euro di quota mensile purché i suoi redditi netti siano al di sotto del SMI (Salario Minimo Interprofessionale).
- Protezione per cessazione dell’attività parziale: viene istituito un beneficio pari al 50% della base di calcolo per la cessazione dell’attività parziale a seguito di una riduzione dell’attività. È possibile riceverlo da 4 mesi a 2 anni senza dover cancellarsi dal RETA (Regime Especial de Trabajadores Autónomos) e senza la necessità di chiudere l’attività. Puoi trovare tutte le informazioni nel nostro articolo Protezione per la cessazione dell’attività o disoccupazione degli autonomi.
- Cambio di fascia ogni 2 mesi: all’autonomo è consentito cambiare la propria base di contribuzione fino a 6 volte all’anno (ogni 2 mesi), in base alle previsioni e all’andamento delle sue attività, sia al rialzo che al ribasso.
- Detrazione del piano pensionistico: gli autonomi possono detrarre il 10% dei contributi al piano pensionistico nella dichiarazione dei redditi (IRPF).
- Nessun limite di contribuzione per i lavoratori oltre i 47 anni: a partire dal 2023, viene eliminato il limite di contribuzione per i lavoratori autonomi di età superiore ai 47 anni.
AUTONOMI PERSONA FISICA IN REGIME DI DICHIARAZIONE DIRETTA
Per calcolare i loro redditi effettivi, si prendono in considerazione tutti i redditi netti ottenuti dall’autonomo dalle sue attività professionali o economiche in ogni anno solare.
Da questa cifra vengono detratti i costi deducibili secondo quanto previsto dalle norme IRPF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche).
Infine, si aggiunge la quota degli autonomi e si sottrae il 7% a titolo di spese generiche.
AUTONOMI PERSONA FISICA IN REGIME DI STIMA OGGETTIVA “MODULI”
Per calcolare i loro redditi effettivi, si tiene conto del reddito netto precedente ridotto nel caso delle attività agricole, forestali e zootecniche.
Per gli altri casi, si prende in considerazione il reddito netto precedente.
Da questo risultato viene sottratto ulteriormente il 7% per spese generiche.
AUTONOMI SOCIETARI
Per il calcolo dei loro redditi effettivi, si prendono in considerazione tutti i redditi in denaro o in natura derivanti dalla loro società, i redditi da lavoro derivanti dalla loro attività nell’azienda e i redditi che possono ottenere dalla propria attività economica.
Inoltre, si considera il totale dei redditi complessi da lavoro o da capitale mobiliare (in denaro o in natura) derivanti dalla loro condizione di soci.
A questa somma si aggiunge la quota degli autonomi e si sottrae il 3% per spese generiche.